La cerimonia rievoca un avvenimento storico del Medioevo e cioè quando il Comune di Pistoia riscattò i castelli di Torri, Monticelli, Treppio e Fossato, dai diritti feudali della famiglia
degli Alberti.
Il 22 settembre del 1319 la delegazione inviata dal Comune di Pistoia e composta da ser Francesco (vassallo di ser Pino della Tosa, vicario regio della città di Pistoia), dagli anziani del Comune e del Popolo ser Lapo Meglini e ser Meo Lippi Mule e dagli uomini «saggi e prudenti», deputati dal Comune di Pistoia, ser Cino de’ Sinibuldi, ser Ettolo de Taviani, ser Piero di Raynuccio, ser Andrea de’ Rossi, ser Lapo di Sozzofante e ser Bonifazio de’ Riccardi, prese possesso del castello di Torri ponendo delle guardie nella torre.
Erano presenti i conti Guglielmo (del fu Alessandro) e Contino (figlio di Nerone) degli Alberti con i loro vassalli Netto (del fu Giovanni), Franco (del fu Bonaccurso). Tojo (del fu Bonaventura), Vannuccio (del fu Giovanni), Feduccio (del fu Parentino) e Chele (del fu Jacopo), tutti di Vernio.
Fungevano da testimoni Lapo di Tolomeo, Forese Barontini, Andruccio di Pace detto Testa e Satignano, «famiglio» di ser Pino della Tosa”.
Era presente, inoltre, il notaio Barone (del fu Orlando) che aveva il compito di redigere i vari atti.
Bonifazio de’ Riccardi, a nome del Comune di Pistoia, pagò cinquecento fiorini d’oro (e altre più piccole somme) per risarcire i conti Alberti delle spese da loro sostenute per la manutenzione del
castello di Torri e delle altre fortificazioni di Treppio e Fossato.
Ser Francesco, ser Lapo Meglini e ser Meo Lippi Mule insediarono, quindi, ser Bartolomeo de’ Tebertelli in qualità di podestà di Torri, Treppio e Fossato e ser Mone Bindi come suo notaio e
consegnarono loro quattro palvesi nuovi, quattro balestre nuove e quattrocento frecce nuove, insieme alle chiavi del castello.